Il tribunale
Competenza del tribunale
Nelle cause di nullità del matrimonio, che non siano riservate alla Sede Apostolica, sono competenti:
- Il Tribunale del luogo in cui il matrimonio fu celebrato;
- Il Tribunale del luogo in cui una o entrambe le parti hanno il domicilio o il quasi-domicilio;
- Il Tribunale del luogo in cui di fatto si debba raccogliere la maggior parte delle prove" Can. 1672.
Secondo le Regole procedurali, Art. 7 § 1. "I titoli di competenza di cui al can. 1672 sono equivalenti, salvaguardato per quanto possibile il principio di prossimità fra il giudice e le parti. § 2. Mediante la cooperazione fra tribunali, poi, a mente del can. 1418, si assicuri che chiunque, parte o teste, possa partecipare al processo col minimo dispendio".
Il Tribunale Ecclesiastico Interdiocesano di Basilicata (TEIB) si occupa delle Dichiarazione di nullità del matrimonio, sia concordatari (che hanno prodotto effetti civili), sia soltanto canonici (che hanno prodotto solo effetti canonici).
Per introdurre una causa di nullità non è di per sé necessario che sia già stata dichiarata la separazione legale dei coniugi (in forma consensuale o giudiziale), ciò è però assai opportuno, in quanto vi sono aspetti che per competenza possono essere regolati esclusivamente dal Tribunale Civile (affidamento dei figli, questioni economiche e patrimoniali...).
L'attività svolta dal TEIB ha natura di accertamento della validità o meno di un determinato matrimonio, attraverso un processo. Il risultato finale è una sentenza che ha valore dichiarativo ovvero non interviene sul matrimonio in quanto tale ma dichiara semplicemente se da esso è sorto o meno un vincolo valido. In altri termini la dichiarazione di nullità per sentenza non è un «divorzio cattolico», perché non scioglie il matrimonio, ma soltanto riconosce il dato di fatto che un matrimonio non è mai esistito validamente. Dichiarando la nullità dei matrimoni fin dall’origine invalidi, la Chiesa adempie ad un dovere di giustizia: se da un lato essa non può sciogliere ciò che Dio ha unito, dall’altro però non può costringere a rimanere uniti coloro che, dopo un’accurata indagine, risultino essere solo «apparentemente» sposati, perché fin dall’origine esisteva un grave difetto nel loro matrimonio.
Tutti i fedeli che hanno sperimentato il fallimento del proprio matrimonio possono valutare se intraprendere un processo per l'accertamento della validità o meno di esso. Non si può certamente far corrispondere un fallimento matrimoniale alla nullità del matrimonio, ma spesso effettivamente dietro un matrimonio fallito può esserci una situazione deficitaria già nel suo momento genetico. Sono tantissimi infatti i coniugi che, spesso ignorandolo, si accostano al matrimonio in modo irregolare impedendo così che sorga un vincolo valido.
Figli
I figli nati nel corso del matrimonio, dichiarato successivamente nullo, non subiscono alcuna conseguenza dalla dichiarazione di nullità.
Chiarezza su un luogo comune
È purtroppo diffusa la diceria che chiedere la nullità del matrimonio sia possibile solo per persone ricche con forti disponibilità economiche. È falso! Infatti dal 1998 è in vigore una normativa della Conferenza Episcopale Italiana (CEI) che disciplina questa materia con norme comuni per tutta l’Italia. Il principio fondamentale, a cui si ispirano le norme della CEI, è il seguente: la dichiarazione di nullità del matrimonio è un aiuto pastorale, che riguarda la vita cristiana dei fedeli. Pertanto, la Chiesa si preoccupa che il contributo economico richiesto per le spese processuali e per l’assistenza da parte di un Patrono (“avvocato”) non allontani i fedeli, che abbiano fondati motivi per avvalersene, da tale strumento, riguardante la loro coscienza e la loro vita cristiana. Per chi si trovasse in serie (e documentate) difficoltà economiche, sono previsti sia la dispensa totale o parziale dalle spese processuali, sia la possibilità dell’assistenza gratuita da parte del Patrono stabile del Tribunale ecclesiastico o di un Patrono d’ufficio incaricato dal Tribunale stesso. Di conseguenza, oggi nessuno è privato della possibilità di accedere alla dichiarazione di nullità del matrimonio per motivi economici. La conferma sta nelle molte coppie che hanno ottenuto la sentenza di nullità del matrimonio usufruendo realmente di tale forma di aiuto. Il costo che un fedele deve sostenere per una causa di nullità riguarda due voci: il contributo richiesto dal Tribunale ecclesiastico per le spese processuali e l’onorario per il Patrono, cioè l’esperto che lo assiste nell’introdurre la causa e nel corso dei processo canonico.
Tappe prima di adire al TEIB
Il primo passo da fare quando si dubita che il proprio matrimonio sia stato celebrato validamente è quello di rivolgersi ad un esperto in Diritto Canonico. In tal modo si è aiutati a verificare se vi siano elementi che fondino l’introduzione di una Causa di nullità o la Richiesta di una dispensa per matrimonio Rato e non consumato.
Normalmente è possibile rivolgersi al proprio Parroco per ricevere le prime indicazioni.
Per un’adeguata e più puntuale consulenza ci si deve rivolgere al Vescovo o al Vicario giudiziale della propria Diocesi, al fine di compiere una vera e propria indagine pre-giudiziale o pastorale, al termine della quale e nel caso si ravvisino capi di nullità, si viene indirizzati a rivolgersi ad un al Patrono di fiducia o a contattare la Cancelleria del Tribunale Ecclesiastico Interdiocesano di Basilicata secondo le modalità e gli orari riportati in “contatti” su questo sito.
È bene ricordare che l’eventuale Patrono di fiducia deve essere un avvocato abilitato a patrocinare presso il Tribunale Ecclesiastico (consultare l’elenco Albo Avvocati del sito) .
Per coloro che dovessero trovarsi nelle difficoltà di sostenere il costo economico che la nomina di un Patrono di fiducia comporta, è possibile fare motivata richiesta al Vicario Giudiziale di ammissione al Gratuito Patrocinio o dell’assegnazione di un Patrono Stabile del Tribunale.
Per il coniuge che non promuove la causa (detto convenuto/a) non è necessario nominare un proprio Patrono pur essendo libero di farlo o di chiedere il Gratuito Patrocinio o l’assegnazione di un Patrono Stabile.
Nel TEIB è presente un Servizio di consulenza e accoglienza.